La scrittura orientativa
di Daniela Placenti - Formatrice scrittura terapeutica e consapevole
Il parere dell’esperta
La scrittura è uno dei mezzi più potenti per conoscere sé stessi, denominando e rielaborando emozioni, stati psicologici ed affettivi, pensieri. Sempre più spesso, all’interno dei percorsi per l’orientamento scolastico e lavorativo vengono proposte attività di scrittura creativa e autobiografica, per rielaborare l’esperienza di sé in chiave di conoscenza e consapevolezza.
Nei percorsi di orientamento acquistano una particolare rilevanza in chiave metacognitiva e di supporto ai processi decisionali attività di scrittura come le liste delle idee, dei ‘pro’ e dei ‘contro’, le mappe decisionali, i planning, le schede di valutazione e di autovalutazione, i diari di bordo, le relazioni, il curriculum vitae e le lettere motivazionali.
Talvolta, perché la scrittura contribuisca ad attivare percorsi di conoscenza di sé, serve affiancare proposte non convenzionali in cui la pratica della scrittura serva ad esprimere pensieri, rielaborazioni del vissuto, narrazioni in forma individuale e collettiva.
Il diario con il lucchetto ha lasciato il posto all’esposizione pubblica sui social. Ciò che era riflessione quotidiana in forma scritta è stata sostituita da una narrazione sintetica spesso accompagnata da immagini e video, in cui lo scrivente non è mai solo ma è all’interno di una rete di connessioni che attraverso i commenti ne orientano il senso, con il risultato di dare forma a narrazioni che possono risultare artificiose.
La scrittura restituisce tempo e spazio allo stare con se stessi, diventa campo di riflessione, di esplicitazione della memoria, di contatto con il proprio mondo emotivo. In questa situazione allora diventa più semplice venire a contatto con la propria intimità e divenire strumento di crescita, di scelta e di programmazione, orientandoci verso un progetto di vita autenticamente personale.
Si è osservato che la capacità di accettare e reinterpretare gli eventi passati e presenti è direttamente proporzionale all’impegno adottato nella riscrittura degli eventi della propria vita con la scrittura consapevole o nell’immaginazione del proprio futuro con la scrittura orientativa.
Ho potuto notare come i ragazzi in età scolare mostrino una bassa abitudine alla riflessione, probabilmente perché sui social i contenuti richiedono pochi minuti per essere letti, tanto da coniare il termine “generazione tre minuti”. Alle attività proposte di scrittura orientativa gli studenti hanno risposto inizialmente con entusiasmo, ma riproponendo le attività è emersa una sorta di stanchezza maggiore rispetto alla richiesta, motivo per cui ho affiancato altre proposte non convenzionali e laboratoriali di scrittura, ad esempio l’autobiografia fotografica.
In un percorso di orientamento e di auto-orientamento chi racconta è anche il protagonista, la narrazione diventa autobiografia, concedendo tempo e spazio alla riflessione profonda su di sé.