Scuola e multiculturalità

di Franca MILAN - Formatrice e docente di lingua

Il parere dell’esperta

Contatto, confronto, crescita

Molti avranno sentito del caso della scuola media di Treviso dove due studenti musulmani sono stati esonerati dalle lezioni sulla «Divina Commedia», in quanto opera di carattere religioso. Questo episodio è un buon esempio di malinteso rispetto per le religioni altrui e di rinuncia all’integrazione culturale. Non mi dilungo nell’esaltazione del significato della Commedia per la cultura occidentale. Su questo si dicono anche troppe banalità.

In generale non ha senso che venga censurato un autore del passato perché non appare in linea con le nostre sensibilità attuali. Su queste basi, non c’è opera o personaggio che risulti accettabile, a cominciare da Caino nella Bibbia, passando per le fiabe dei fratelli Grimm e arrivando ai cartoni animati di Walt Disney.

Spesso i capolavori letterari offrono modelli di moralità molto discutibili per i canoni odierni. Gli eroi omerici sono violenti e ingannatori.

Ma la letteratura e l’arte in generale sono il territorio della libertà creativa e inventiva. La scuola che non crede in questa libertà è arretrata e non persegue gli obiettivi.

É fondamentale partire dai numeri della presenza di giovani stranieri in Italia:

la percentuale di studenti con cittadinanza non italiana è superiore al 10%. La maggior parte sono romeni, seguiti da albanesi, marocchini, cinesi e filippini. Il 24,5% degli stranieri è iscritto a un liceo, il 36,9% a un istituto professionale e il 38,5% a un istituto tecnico.

Le scelte di IeFP, per gli stranieri, hanno sempre più i caratteri di libera scelta, e sempre di meno di unica strada percorribile. In altre parole, avremo sempre più medici, avvocati, docenti e professionisti di origine straniera come è normale in altri paesi europei, Germania e Francia in primis.

Dunque, nella scuola italiana la multiculturalità è in espansione inarrestabile. Fonte di opportunità ma anche di rischi come nell’episodio di Treviso, rinunciatario degli obiettivi di integrazione.

Ancora una volta la maggiore vivacità in iniziative è nella scuola elementare dove già da decenni vengono attivati percorsi didattici finalizzati alla valorizzazione di culture differenti e alla presentazione delle abitudini quotidiane della cultura d’origine dei bambini stranieri presenti nelle aule.

Il contatto tra etnie, culture e religioni diverse richiede una consapevolezza e un radicamento profondo nella propria identità culturale

I bambini stranieri e i bambini italiani, attraverso la promozione intelligente dell’incontro e del confronto, possono crearsi scenari e prospettive di vita inedite rispetto ai loro genitori.

La scuola oggi può essere uno spazio di incontro, di aggregazione e integrazione fra tradizioni e culture diverse. É un ambiente vivo, dinamico, animato da intenzioni, desideri e senso di appartenenza ad una comunità.

La convivenza senza dialogo, senza relazioni, senza una fiduciosa conoscenza reciproca si traduce solo in una giustapposizione di storie, senza interazione fra chi arriva da lontano e chi vive stabilmente in un luogo. Nel peggiore dei casi può esserci l’ignoranza reciproca. Entrambe le parti quindi devono proporsi come sistemi aperti. Tra identici si compie solo un rispecchiamento reciproco, statico e sterile.

Per questo si comincia a parlare di “Scuole internazionali”. Con questo termine non si intendono le scuole che afferiscono al sistema di istruzione di un altro paese, bensì quegli “istituti fortemente connotati da multiculturalità e multilinguismo. In queste scuole gli studenti hanno l’opportunità di crescere a livello cognitivo, emotivo e sociale.

È uno sviluppo delle competenze di cittadinanza inteso come veicolo di inclusione e di integrazione, mezzo di promozione sociale e di partecipazione attiva alla vita comunitaria.

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